Introspezioni

All’ombra dei ricordi e dei distacchi

1146695_10201246070947190_736690436_nNon chiedermi perchè ti scrivo. Ne sento solo l’esigenza.

Così assecondo i miei pensieri che scorrono le dita su questa tastiera.

Approfitto di uno spazio concessomi.

Un microcosmo autogestito su cui mi prendo la libertà, la gioia e il dolore di fare comizi d’amore.

Oggi salgo sul mio pulpito sgangherato a parlare di noi.

Se chiudo gli occhi vedo i tuoi occhi nei miei occhi e il tuo sguardo è lo stesso di tuo figlio.

Mio padre.

Che uomo meraviglioso, che uomo tenero e integerrimo!

Così intento ad esser figlio perfetto da potergli perdonare anche la distrazione di esser stato padre a metà.

Genitore assorbito dai doveri materiali, la cui assenza era presenza sentita e commossa nel bisogno di compiacerti.

Figlio impeccabile, padre inconsapevole ma fiero e garante.

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Interviste

Famiglie facili

552867_10200490842266945_123215251_n (1)Mi riportava a casa, era buio e l’aria che filtrava attraverso i finestrini socchiusi aveva l’odore tipico delle notti d’estate.

Dopo il mare, scendevo al paese con l’autobus regionale e a tarda sera rientravo con “Davide”, che si tratteneva in ufficio per sbrigare le sue pratiche.
Lui e mio padre erano ottimi amici e le nostre famiglie molto legate. Non ricordo estati senza la loro chiassosa e divertente compagnia. Quell’anno trascorrevano con noi le ferie nella villa al mare dei miei nonni paterni.
Rientrare con Davide mi piaceva molto. I quaranta minuti di tragitto trascorrevano velocemente. Con lui potevo parlare di tutto senza paura di essere giudicata.
Quella notte accadde ciò che cambiò per sempre il nostro rapporto:
facemmo l’amore.

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