Non chiedermi perchè ti scrivo. Ne sento solo l’esigenza.
Così assecondo i miei pensieri che scorrono le dita su questa tastiera.
Approfitto di uno spazio concessomi.
Un microcosmo autogestito su cui mi prendo la libertà, la gioia e il dolore di fare comizi d’amore.
Oggi salgo sul mio pulpito sgangherato a parlare di noi.
Se chiudo gli occhi vedo i tuoi occhi nei miei occhi e il tuo sguardo è lo stesso di tuo figlio.
Mio padre.
Che uomo meraviglioso, che uomo tenero e integerrimo!
Così intento ad esser figlio perfetto da potergli perdonare anche la distrazione di esser stato padre a metà.
Genitore assorbito dai doveri materiali, la cui assenza era presenza sentita e commossa nel bisogno di compiacerti.
Figlio impeccabile, padre inconsapevole ma fiero e garante.
Nonno amato! Continua a leggere “All’ombra dei ricordi e dei distacchi”